Questa volta si parte con il bus, un viaggio di due ore in mezzo attraverso la campagna Lituana. Nessuna montagna, giusto qualche cicciona ogni tanto che si confonde con qualche collina. Vedere tutti questi prati e foresta lascia un certo senso di solitudine, la Lituania è praticamente come l'Australia: un paesino... 30km... altro paesino. Una volta arrivati a Telsai il fratello di Rita ci ha gentilmente accompagnati a casa con la sua 306, erano le 17:00 circa ed ecco che si mangia pranzo. Un bel trancio di pesce al cartoccio, e le immancabili patate bollite (che palle! che palle! che palle!).
Il programma della giornata (per quel che ne rimane) è molto semplice, siamo ospiti al compleanno di Gabia che compie 7 anni. Oggi festeggiava con i parenti, il giorno prima aveva festeggiato con gli amichetti. Dopo mangiato siamo di nuovo tutti e tre in macchina e attraversiamo la città per andare a comprare il regalo. Telsai è praticamente la copia di tutte le altre città Lituane, sti cacchio di posti sono pressappoco tutti uguali, le case sono fate allo stesso modo, la gente è sempre dello stesso tipo ed è tutto pateticamente asciutto. Cosa dà un tocco speciale a questa città è il panorama, essendo Telsai situata su piccole colline che circondano un lago stupendo, in qualsiasi giorno dell'anno vale la pena andare su una collina e fare una foto alla natura... una ficata!
Una cosa che odio sono i mattoni bianchi delle case che sono stati usati per tutte le palazzine degli anni 60-70, veramente bruttissimi.)
Arrivati al Maxima (la ipercoop Lituana) Rita e suo fratello si danno da fare per cercare un regalo da fare a Gabia. La bambina non voleva giocattoli, quindi, per una volta, erano cazzi degli altri a scervellarsi sul cosa comprare. Giravagando per il supermercato ho notato una cosa: i supermercati sono come attrazioni cittadine, in fin dei conti non c'è mai niente da fare e la gente parte per fare le vasche tra gli scaffali c'è un mucchio di roba che costa poco, volendo si spende niente e quindi è gratis ed intanto il tempo passa. Il colmo dei colmi l'ho trovato nel reparto giocattoli: un abecedario elettronico parlante in italiano! Un bambino si divertiva come un matto a schiacciare la D per sentirsi dire: Di come daaaadooo! e poi se la rideva come un pazzo ubriaco come se gli avessero raccontato la barzelletta di pierino che se lo taglia. Comprato il regalo per Gabia che consiste in un piccolo accappatoio verde e due barre di cioccolato, andiamo al party.
Una volta alla festa inizio a farmi due palle astronomiche a causa del fatto che non capisco una mazza, l'appartamento è il solito di tipo sovietico a 3 camere: corridoio centrale, cessetto e bagno ultraminuscoli, stanza dei bimbi con pareti vuote e tapezzeria depressiva, stanza dei genitori, salotto. Il cesso sovietico è qualcosa di tremendo, una mia vecchia conoscenza della mia permanenza a Sarkandaugava a Riga. Le persone normali, esprimono il meglio di se annegando, nei nostri cessi europei, il tutto nell'acqua potabile per poi guardare con fierezza l'opera d'arte circondata dalle incrostazioni millenarie causate dall'assoluta mancanza dell'anitra wc (classico water degli uomini single). Il cesso sovietico invece non ha una discesa che porta allo scarico come i nostri cessi, ha una piano bello lucido in ceramica ultrabianchissima che scivola in un estremità in un piccolissimo scarico. Questo prodigio del design sovietico ti permette di visionare in ogni suo dettaglio la tua creazione artistica interiore, se poi aggiungiamo che stai creando in uno spazio di 1 metro per 1 metro allora la tua opera d'arte non solo la vedi, ma la senti anche.
Tra i presenti, alla festa una nonna che con un solo sguardo ti fa capire tutta la merda che ha dovuto mangiare in 70 anni di vita al freddo e al gelo russo, i cugini ormai figli del capitalismo, le zie della transizione sovietica che non hanno ancora capito dove si devono collocare, la mamma e la sorellina della bambina festeggiata. Il babbo era presente solo in foto, il suo corpo si trova in Irlanda a fare quello che fanno tutti i Lituani e i Lettoni: spaccarsi il culo per qualcosa che valga la pena.
Sul tavolo del salotto c'erano le leccornie della festa: le mele e l'ananas infilati in bastoncini pronti da mangiare (qualsiasi bambino italiano preferisce mangiare una playstation che la frutta), l'insalata russa che loro chiamano in altro modo, i blini (ovvero un altro modo di chiamare le patate), il vino russo Kulag destinato agli adulti, delle fette di formaggio e delle fette di carne confezionata. Naturalmente c'erano anche le caramelle e la torta (qualcosa di normale).
Io me lo stavo davvero frantumando, il Lituano è una lingua difficile anche per i lituani che sapere o non sapere le 20 parole che so io non fa molta differenza alla fine non ci capisci mai una mazza (e poi anche se lo conosci ci sono 8 declinazioni e quindi se non sai declinare sei fregato). Dopo un qualche quarto d'ora e mezza il cervello si rifiutava di continuare a tentare di capire, la reazione è stata di iniziare a recitare a mente il trattato di Ankara del 1921 in lingua barese stretta come Lino Banfi. La mia salvezza è stata la mia partecipazione come straniero in campo al gioco di società che oltre ad essere semplice da fare schifo è anche divertente (per la prima mezz'ora poi ha lo stesso effetto delle patate). Il nome del gioco proprio non lo ricordo, ma le regole almeno sono semplici. Il gioco è composto da bastoncini di plastica di tre colori: rosso, verde e blu. Si mettono uno sopra l'altro in gruppi di tre e per ogni gruppo i bastoncino sono girati di 90 gradi. In pratica, dopo aver ottenuto una torre di bastoncini, a turno si tira il dado e bisogna togliere 1 o 2 bastoncini senza far cadere gli altri, le azioni da fare sono dettato dal daaaadooo. Dopo una decina di turni la torre sembra aver visto tutte le guerre negli ultimi 500 anni e due campionati del Napoli ai tempi di Maradona. Chi fa cadere la torre vince un viaggio in Siberia a Gennaio come spia Lituana in incognito.
Il primo giorno si è concluso con la serata davanti alla televisione a vedere Cast Away con Tom Hanks. Ringraziando il cielo, per buona parte del film i dialoghi sono inesistenti e quindi ho evitato di sentire la voce bitonale dell'interprete Lituano sopra l'audio originale. In pratica un piccolo aiuto divino alla mia solitudine linguistica..
Il prossimo posto riguarderà il secondo giorno e le visite ai laghi. Appena finisco di mettere i commenti alle foto, metto tutto nella galleria.
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