Bene, mi avevi chiesto di scrivere qualcosa sulla Lituania, su come è, o meglio, su come la vedo io in generale. In realtà quello che posso fare è scrivere su come vedo Klaipeda, ovvero il luogo in cui vivo e che vedo ogni giorno, così evitiamo generalizzazioni che potrebbero infiammare certi lettori.
Una piccola introduzione: ho vissuto a Klaipeda, fino a questo momento, per un totale di 9 anni fra il 2006 e adesso, con una pausa di circa 4 anni passati a Genova, la mia città natale. In questi anni ho visto e vissuto un cambiamento drastico della città, sia a livello di urbanizzazione che a livello culturale.
La prima volta che sono venuto a vivere qui, Klaipeda era una città ancora viva, nel pieno della crescita, con i suoi alti e bassi, ovviamente. Ora invece, per come la vedo, è in mezzo a una recessione culturale ed economica che mai mi sarei aspettato.
Klaipeda è una città che al momento, ufficialmente, ha circa 130.000 abitanti residenti, ma quando giri in città sembra che sia una cittadina da non più di 60-70.000 abitanti, probabilmente perché tantissima gente lavora e vive ormai permanentemente all’estero, tornando a casa per le vacanze. La dice lunga la quantità incredibile di appartamenti vuoti (in affitto e non) che si trovano. La maggior parte dei palazzi residenziali nuovi, dopo 10-15 anni dalla loro costruzione, sono ancora vuoti per metà, e si riempiono solo per due mesi all’anno, in estate. Senza parlare dei costi degli affitti, che tenendo conto dei salari che non ti fanno arrivare a metà mese, sono a dir poco pazzeschi. Per un appartamento di 45 mq in un casermone degli anni sessanta non ristrutturato, con impianti vecchi di 60 anni, generalmente chiedono dai 250 eur in su, ovvero oltre la metà dello stipendio minimo, e poco meno della metà di uno stipendio medio (fra quelli che ho visto). Il centro storico e il centro nuovo (per chi conosce, la parte dopo il ponte) sono deserti, i negozi aprono e chiudono nel giro di pochi mesi, e questo per un motivo semplice: tutto è stato spostato nei centri commerciali che, come se fossimo in una metropoli tipo Milano, spuntano come funghi, a volte rimanendo anche vuoti per anni (Saturnas e Manto Namai sono i primi che mi vengono in mente).
Credo due anni fa, hanno aperto i supermercati Lidl, che dovevano portare una ventata di novità sia sui prodotti che sui costi degli alimentari, invece, nel giro di 6 mesi, i prezzi sono aumentati quasi fino ad arrivare a quelli dei normali supermercati, mentre la qualità del prodotto… a parte pochissime cose, meglio lasciare perdere. Per dirne una, vino che in Italia costa 1,39 a bottiglia (stranamente di qualità media), qui costa 5 eur, aumentato di 1 eur nel giro di 4 mesi. I latticini, che ritengo che in Lituania siano molto buoni, sono quasi tutti polacchi o tedeschi e con il passare del tempo la loro qualità è sempre peggiore, infatti ho già smesso di fare la spesa lì, se non per poche cose particolari. Tempo fa c’è stato uno studio che ha messo la LIDL lituana prima in classifica per i prezzi più alti delle altre LIDL europee. L’entrata dell’euro in Lituania è stata uno shock economico, in pratica hanno cambiato la dicitura “LITAS” dei prezzi con “EURO”, tranne che sugli stipendi, che sono aumentati di poco. Con 2000 Litas (600 eur circa) ricordo che ci si viveva in modo decente, ora con 600 euro sei fortunato ad arrivare a metà mese se vivi in affitto.
Qualcuno mi dice che non è vero che la gente è povera, basta guardare le auto che circolano. BMW, AUDI, MERCEDES, VOLKSWAGEN sono le più richieste. In genere si tratta di usato a basso costo proveniente dalla Germania con più problemi meccanici della mia Fiat Palio di 18 anni, ma a volte si trovano anche auto nuove che costano parecchio. Spesso si vedono i proprietari di queste costose auto che vivono in appartamenti che valgono la metà della loro auto. Quello che intendo dire, e qui mi prenderò una valanga di insulti, è che ormai qui vale più “apparire” piuttosto che “essere”. Macchina bella, telefono nuovo, vestiti alla moda, ristoranti chic, ma poi magari si vergognano a portarti a casa loro. Non tutti, ma molti!
Infine vorrei parlare della questione “educazione e rispetto”, che ormai è quasi del tutto scomparsa qui a Klaipeda. Automobilisti che non hanno nessun rispetto per il codice stradale e che quando guidano pensano che il mondo esista solo entro 50 cm dalla loro macchina, pedoni che si credono immortali buttandosi, anche se ci sono le strisce pedonali, senza pensare, magari scrivendo messaggi al telefono. Gli autisti di autobus e minibus son i peggiori: in questi ultimi 3 anni personalmente credo di aver visto un autobus fermarsi alla strisce non più di una decina di volte. In genere rallentano lievemente e chi attraversa deve correre o farsi investire.
La parola “grazie” è quasi scomparsa dal vocabolario, per quanto ho potuto sperimentare. Salutare i vicini che si incontrano per le scale è quasi un tabù, tenere una porta aperta per far passare è assolutamente una cosa da non fare, chiedere permesso è maleducazione a quanto pare. Quando cammino con mia moglie devo sempre stare attento alla gente, che piuttosto che spostarsi di 30 cm, tira spallate e lei è quella che si fa male.
Mi fa male dirlo, ma purtroppo questa è la Klaipeda che ho ritrovato quando, non avendo altra scelta, ho dovuto nuovamente lasciare l’Italia. Almeno mia moglie qui ha trovato un lavoro subito e pagato più o meno decentemente. Ovviamente non sono tutti così, si trova anche gente per bene, come ovunque nel mondo, ma in generale mi sento di dire che Klaipeda negli anni è peggiorata in tutto, e non vedo possibilità di miglioramenti in un futuro prossimo.
Qualcuno si chiederà: “ma perché ci vivi se ti fa schifo?”. Purtroppo non ho avuto molta scelta, in Italia non ho trovato lavoro, quello che avevo mi ha mandato in rovina e mia moglie in 4 anni e decine di CV spediti ha fatto un solo colloquio (e ha ottime qualifiche). Qui lei ha trovato lavoro in 5 giorni, io almeno ho avuto una decina di colloqui, già meglio che in Italia, e ho anche lavorato per un breve periodo. E poi Klaipeda non mi fa schifo, è una città imperfetta e piena di difetti, ma certamente migliore di tanti altri posti. Forse un giorno scriverò anche dei pregi di questa città.